INCREMENTO PENSIONI PARI O INFERIORI AL TRATTAMENTO MINIMO

Lo scorso 3 aprile l’INPS ha diramato la circolare n. 35/2023 con cui fornisce le prime indicazioni per il calcolo dell’incremento straordinario, previsto per gli anni 2023 e 2024, sul trattamento pensionistico lordo complessivo pari o inferiore al trattamento minimo previsto dall’articolo 1 comma 310 della legge n. 197/2022 -legge di Bilancio per l’anno 2023.

PREMESSA

La legge di Bilancio per l’anno 2023 stabilisce, all’art. 1 co. 310, un incremento maggiore rispetto alla perequazione automatica per le pensioni integrate al trattamento minimo(563,74 euro mensili per l’anno 2023) o inferiori a tale trattamento.

L’ incremento delle pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo INPS è dunque riconosciuto, in via eccezionale, con decorrenza 1 gennaio 2023 fino a dicembre 2024, con riferimento al trattamento pensionistico lordo complessivo in pagamento per ciascuna delle mensilità spettanti, ivi compresa la tredicesima mensilità.

DI COSA SI TRATTA

Con la presente circolare si forniscono le istruzioni applicative relativamente all’incremento delle pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo INPS, riconosciuto per ciascuna delle mensilità da gennaio 2023 a dicembre 2024, ivi compresa la tredicesima mensilità spettante.

 L’Inps nella circolare 35/2023 comunica Pensioni minime più alte del 6,4% nel 2023 per gli ultra75enni e dell’1,5% per gli altri pensionati, illustrando la misura della «rivalutazione eccezionale» delle pensioni inferiori al minimo per gli anni 2023 e 2024, introdotta dalla legge 197/2022 (legge Bilancio 2023).

La disposizione da ultimo richiamata, come noto, ha previsto, per ciascuno degli anni 2023 e 2024, una rivalutazione eccezionale a favore delle sole pensioni inferiori al minimo. La rivalutazione ordinaria c’è stata al tasso del 7,3%, così portando il minimo da 525,38 euro (31 dicembre 2022) a 563,74 euro (1° gennaio 2023). La rivalutazione eccezionale è prevista, nel 2023, al tasso dell’1,5% per i pensionati d’età inferiore a 75 anni e del 6,4% per quelli con almeno 75 anni d’età (nel 2024 è prevista al 2,7% per tutti i pensionati). Di conseguenza nel 2023 gli assegni minimi per gli ultra 75enni salgono a 599,82€  e per gli altri a 572,20€.

L’Inps dà il via agli aumenti straordinari delle pensioni di importo inferiore al trattamento minimo, cioè 563,74€ al mese. Complessivamente nel 2023 la pensione minima sale a 600 euro agli ultra75enni e a 572 euro ai pensionati più giovani.

L’incremento delle pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo INPS è dunque riconosciuto, in via eccezionale, con decorrenza 1° gennaio 2023 fino a dicembre 2024, con riferimento al trattamento pensionistico lordo complessivo in pagamento per ciascuna delle mensilità spettanti, ivi compresa la tredicesima mensilità.

Si tratta, tuttavia, ancora di valori provvisori perché il tasso di inflazione definitivo per il 2022 è risultato pari all’8,1% e non dell’7,3%. Il minimo 2023 definitivo è di 567,94€ e, pertanto, con la rivalutazione straordinaria si raggiungono i 576,45€ (604,28€ per gli ultra75enni). L’Inps, spiega, che questi arretrati saranno riconosciuti nel gennaio 2024 in occasione degli ordinari conguagli delle pensioni.    

A CHI SPETTA

La rivalutazione eccezionale, è riconosciuta sulla pensione lorda complessiva in pagamento già rivalutato ordinariamente, che deve essere pari o inferiore al minimo. Sono escluse dalla base di calcolo le prestazioni fiscalmente non imponibili (per esempio, somme corrisposte a titolo di maggiorazione sociale; la c.d. quattordicesima; importo aggiuntivo), le prestazioni assistenziali, le prestazioni a carattere facoltativo e quelle di accompagnamento a pensione. L’incremento spetta per ciascuna delle mensilità, da gennaio 2023 a dicembre 2024, compresa la tredicesima mensilità. Per le pensioni liquidate nel corso degli anni 2023 e 2024, la rivalutazione eccezionale è riconosciuta dalla data di decorrenza della pensione. 

APPLICAZIONE DELLA RIVALUTAZIONE

La rivalutazione, spiega l’Inps, si applica sulla pensione lorda complessiva purché inferiore a 563,74€. Ad esempio una pensione di 300€ al mese sale a 304,5€ (319,20€ se il pensionato è ultra75enne). Se durante il 2023 il pensionato compie 75 anni l’importo verrà adeguato dal mese successivo al compimento dell’età. C’è la clausola di salvaguardia: nel caso in cui la pensione complessiva risulti superiore al minimo Inps ma inferiore ai limiti (pari al minimo più rivalutazione eccezionale), l’incremento è comunque attribuito, ma fino a concorrenza del predetto limite. Così una pensione lorda di 568€, pur essendo superiore al minimo di 563,74€, riceverà comunque l’incremento sino a 572,20€ o a 599,82€.

Si rammenta che la rivalutazione straordinaria è transitoria e, pertanto, è destinata a cessare i propri effetti il 31 dicembre 2024. In tabella gli effetti dell’adeguamento delle prestazioni minime nel biennio 2022-2023 tenendo conto delle misure straordinarie succedutesi negli ultimi mesi.

PAGAMENTI

L’Inps precisa, infine, che l’importo relativo alla rivalutazione eccezionale è erogato con stessa cadenza della pensione (mensile, semestrale o annuale). Con il primo pagamento, annunciato da apposito messaggio, saranno liquidati anche gli arretrati. Sulle pensioni in convenzione internazionale, la rivalutazione eccezionale è riconosciuta sull’importo lordo in pagamento. Alle pensioni ai superstiti cointestate, anche con pagamento disgiunto, la rivalutazione è valutato sulla pensione complessivamente spettante a tutti i contitolari, e il beneficio ripartito in proporzione alla percentuale di pensione spettante.

CONSEGUENZE DELLA CIRCOLARE 35/2023

Con la circolare 35/2023 Inps ha ufficializzato la maggiorazione degli importi delle pensioni minime, conseguenti alle disposizioni contenute nella legge di Bilancio 2023 che hanno introdotto un incremento extra per l’anno in corso (rispettivamente di 1,5 punti percentuali per chi ha meno di 75 anni e di 6,4 per beneficiari di età pari o superiore a 75 anni).
Questi importi, al pari di quelli di tutte le pensioni, saranno poi oggetto di adeguamento definitivo all’inflazione a inizio 2024. Infatti ora le maggiorazioni di 1,5 e 6,4 per cento sono state applicate al minimo di 563,74 euro, determinato incrementando del 7,1 per cento il minimo dell’anno scorso. Poiché l’aumento del costo della vita nel 2023 è stato dell’8,1 per cento, a gennaio del prossimo anno verrà riconosciuta la differenza.

Con la circolare Inps 35 del 3 aprile 2023 l’Inps fornisce tutte le indicazioni in merito al campo d’applicazione e alla misura di questa misura eccezionale.

L’incremento è riconosciuto con riferimento al trattamento pensionistico lordo complessivo in pagamento, di importo pari o inferiore al trattamento minimo INPS.

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